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Arturo Vermi | Fondazione Berardelli

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Fondazione Berardelli
via Milano 107 - Brescia
tel 030 313888
info@fondazioneberardelli.org

orari: martedì - venerdì 09.00-12.30 / 15.30-19.30
sabato 10:00-12:00 e 15:30-19:30
altri orari su appuntamento

 

INAUGURAZIONE: venerdì 6 ottobre - ore 18

La mostra dedicata ad Arturo Vermi (Bergamo 1928 - Paderno d’Adda 1988), una delle figure più notevoli della neoavanguardia del secondo dopoguerra, intende documentarne con ampiezza la stagione storica, in cui egli si afferma in seno al milanese Gruppo del Cenobio, fondato nel 1962.

I suoi Diari si affermano come iterazioni regolari d’un segno neutro e inemotivo che si pone in luogo di quelli scritturali definendo solo la componente temporale e spaziale dell’azione.
Scrive Flaminio Gualdoni nel saggio in catalogo: “Titolare Diario l’iterazione regolare, allineata e incolonnata, d’un segno tanto plasticamente schiarito quanto (e proprio perché) ridotto a cellula orfana di qualità convenzionale è per Vermi riportare alla misura esistenziale ciò che altrimenti sarebbe un teorizzare algido: è fare, appunto, concretamente scrutinando, in condizione perfettamente inemotiva, riportando la superficie alla misura mentale della pagina, luogo di possibilità di senso contaminate e radianti”.

Negli anni successivi Vermi fa della emptiness l’ambito di presenze tutte mentali, di distillatissima tensione, aprendosi all’uso dell’oro e dell’argento in quanto colori di pieno significato simbolico.
Verrà, dal 1976, la stagione di altre esperienze, dalla rivista “L’Azzurro” al Manifesto del disimpegno.

Catalogo: Carlo Cambi editore

 Diari
Segni regolari si ripetono con cadenza iterativa registrando gli avvenimenti minimi di una quantità di tempo della vita dell’autore.

 Presenze
Segni forti si fanno presenza, caratterizzando la superficie attraverso la loro presenza minima ma essenziale.

 Paesaggi
Ridotto alla propria essenzialità, il segno si dispone a suggerire un umore di spazio naturale, come la distillazione assoluta del paesaggio.

 Piattaforme
La superficie si anima di un accidente plastico che determina l’irruzione dello spazio dell’artistico nel mondo dell’esistenza.

 Frammenti
L’opera si fa presenza fisica che abita il mondo, come un avvenimento straniato dall’oro e dall’argento, colori non descrittivi, presenze fastose e aliene.

 Invasioni
I segni elementari attuano movimenti nello spazio, quasi facendo irruzione nella neutralità della superficie e rendendola lo spazio di un evento.

 Marine
Il segno ora acquista un carattere specifico, intona un’idea di orizzonte e quindi la suggestione di un luogo pittorico in rapporto con il naturale.

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