Luca Matti Babele
Luca Matti BABELE dal 17 novembre 2007 al 26 gennaio 2008 a cura di Sergio Risaliti
orario apertura dal martedì al sabato 10:00-13:00 / 15:30 – 19:30 domenica, lunedì e festivi aperto su appuntamento
Frittelli arte contemporanea è lieta di inaugurare la stagione espositiva con BABELE, una mostra dell'artista fiorentino Luca Matti (1964) pensata appositamente per gli spazi della galleria. Babele è la Grande Città indistinta, anonima, inesauribile, assoluta, che si presenta come panorama globale della postmodernità. La mostra si apre con una tela monumentale, vero e proprio statement e dazebao, ospitata sulla parete di fondo. Si tratta di un monocromo di circa venti metri, che rappresenta una sorta di BIG BANG urbanistico e architettonico. Il cantiere globale re-immaginato da Luca Matti scaturisce da un punto originale e si estende a carciofo verso ogni periferia dell’universo, né più né meno del processo di creazione divina, di cui ricorda la vittoria della luce sulle tenebre, o di un processo evolutivo fisico-astronomico, il passaggio dal nulla del Caos gassoso al Big Bang dell’energia fino all’espansione della materia e della luce in ogni dove. Ecco che poi, in questa delirante urbanizzazione del pianeta, si scopre la Babele di moltitudini, la grande mobilitazione infinita delle nuove società tribali, le tante politiche della soggettività ribelle che nel formicaio si oppongono all’IMPERO e alla fine della STORIA.
Da tempo, Luca Matti sta ridisegnando a freddo i volti, noti e meno noti, dei maggiori architetti e costruttori di città del Novecento e del Duemila. Il gruppo di ritratti selezionato appositamente per questo progetto, fa parte di un lavoro in progress di più ampio respiro. Luca Matti ritrae a freddo perché si basa su fotografie tratte da riviste, enciclopedia o dalla rete. Questa freddezza è però perturbata (a caldo) dal suo solito tratto di grafite e dall’uso del monocromo che, simulando la fotografia, incide con tratto personale quei volti su carte pregiate (vedi Legenda allegata).
Le opere pittoriche, i disegni, le nuove narrazioni tecnologiche, le installazioni costruttiviste, sono allestite nei diversi spazi della galleria a costruire un percorso concettuale di estremo rigore e ricercata espressività, in cui teatralità e iconicità collaborano a rinforzare la velocità comunicativa del segno e dei mezzi mediali. Il tutto a palesare fascinazione, emozione, vertigine e critica nei confronti della città diffusa (l’urbanizzazione planetaria) e della fine della storia dell’architettura (l’architetto moderno come deus ex machina). Fascinazione mista a stupore e terrore, qui restituita anche dalla serie di ritratti di celebri architetti che come cammei di un’enciclopedia visiva scorreranno con un tono magniloquente lungo le pareti dello spazio espositivo.
Accompagna la mostra un catalogo di 208 pagine con circa 150 illustrazioni per le edizioni Spaziotempo.
Luca Matti nasce nel 1964 a Firenze, dove vive e lavora. Si occupa per lungo tempo di fumetto, illustrazione e grafica, collaborando con riviste e case editrici. Dal 1988 si dedica alla pittura e alla creazione di opere scultoree in camera d’aria sviluppando un personalissimo stile che lo colloca tra i giovani artisti di spicco della scena italiana. Dal 1994 il suo lavoro si concentra su tematiche legate al rapporto dell’uomo con la città, utilizzando esclusivamente due colori: il bianco e il nero. Con gli anni ha composto un’iconografia di oggetti e interni domestici, di panorami urbani e di figure a metà tra l’uomo e l’insetto. Nel suo lavoro non ci sono confini tra disegno, incisione, pittura, video animazione e scultura in camera d’aria. I vari linguaggi si condizionano e si contaminano tra loro, dando vita a un universo fatto di storie, suggestioni, sogni; una fiction in bianco e nero.
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