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Vasco Bendini
luceLenta


a cura di Tommaso Trini
4 ottobre - 6 dicembre 2008


inaugurazione sabato 4 ottobre ore 18,00


orari galleria:
mar-sab ore 10,00-13,00/15,30-19,30

catalogo edito da Carlo Cambi con testi di Tommaso Trini, Edoardo Piersensini, Carlo Frittelli e una dichiarazione di poetica dell'artista.
disponibile alla pagina  SHOP

 

Frittelli arte contemporanea apre la nuova stagione espositiva con una mostra personale di Vasco Bendini, luceLenta. Il progetto della mostra è affidato a Tommaso Trini, che ha selezionato la produzione recente dell’artista concentrandosi su di uno dei tratti stilistici fondamentali della sua pittura, la luce, attraverso una lettura che coinvolge il rapporto tra le arti visive e le scienze.
Dunque, dopo la vasta antologica dedicata all'artista, a cura di Maurizio Calvesi, gli spazi di Frittelli arte contemporanea tornano ad ospitare le opere di un protagonista riconosciuto della arte italiana contemporanea.
L’esposizione si muove all’interno della duplice polarità di neri profondi, drammatici, agitati da luci cariche di mistero, e di bianchi luminosi, improvvisi, ma mai accecanti. I lavori recenti di Bendini raffigurano spazi mentali, luoghi dell’immaginario, ma anche memorie di una natura colta nel suo stato embrionale. Il tema della memoria caratterizza molti dei titoli delle opere degli ultimi anni, costituiti da date che sottolineano il valore quasi di diario assunto dai suoi cicli ultimi, un diario esistenziale che rifugge da ogni sorta di aneddoto. Le figure che emergono dalle sue immagini sono memori in modo esclusivo della materia che le ha prodotte e che le rende non solamente simili ai sogni, ma anche alla realtà vivente, biologica, in formazione. Allo stesso tempo, i suoi quadri toccano le corde della sensibilità, la sfera profondamente umana del sentire, richiamando nella mente dello spettatore memorie del quotidiano. Gli ultimi dipinti, come tutto il lavoro di Bendini, sono astratti senza essere irreali, sono privi di contenuto riconoscibile, pur non essendo vuoti di senso. Questa pittura nata dalla sensibilità, dal ricordo e dal mistero, è definita dallo stesso Trini come una pittura “spettrale”, tesa innanzitutto ad indagare la natura dello spettro luminoso, in forma sperimentale e imprevedibile, sempre alla ricerca di immagini portatrici di una luce autonoma. In questo stesso processo, Bendini ricerca e ottiene un contatto profondo con lo spettatore, un trasferimento simbolico, che non è comunicazione, ma, al contrario, profonda forma di espressione umana.

Nota biografica

Il 1922 è il mio anno di nascita. Avevo diciassette anni quando è iniziata la II Guerra mondiale e ne avevo ventitre quando, il 6 agosto, un bombardiere americano sganciava la prima bomba atomica su Hiroshima. Dal ’49 al ’55 abbiamo subito gli effetti negativi della “guerra fredda”: la pace era affidata a bombe nucleari trasportate da aerei speciali o assegnata a missili intercontinentali installati su sottomarini a propulsione nucleare. Sui giornali si leggeva che sarebbero stati sufficienti dieci minuti di attesa per il lancio della nuova bomba H e nel ’66 i tempi per la distruzione dell’umanità si ridussero a quei due minuti che divennero il titolo di una mia opera, realizzata il 24 marzo 1966.
Nel 1956 carri armati russi invasero l’Ungheria e nel ’68 la Cecoslovacchia. In particolare, nel 1968, mi colpì l’uscita, a Praga, del Manifesto delle Duemila Parole, voluto da numerosi intellettuali ansiosi di realizzare un vero processo di liberalizzazione a cui idealmente aderii, con la esecuzione di una mia opera intitolata appunto Duemila parole. Avevo cinquantun anni, quando scoppiò il caso Allende che fu ammazzato, mentre difendeva con le armi in pugno la libertà del popolo cileno, sacrificata agli interessi degli U.S.A. e nacque nel 1973 Un giaciglio per Allende. E poi c’è stata la lunga e tragica guerra del Vietnam, seguita nel 1979 dall’aggressione sovietica all’Afghanistan, per non parlare del conflitto arabo-israeliano, dell’11 settembre 2001 e della guerra in Iraq. Non dimentico neanche l’ultima, drammatica e disumana risoluzione di erigere sul nostro pianeta oltre quindicimila chilometri di barriere di separazione tra i popoli.
Questi i fatti. Impossibile non smarrirsi. In questi frangenti nascono i miei neri: canti della notte, matrice di speranza. E sorgono i miei bianchi, naturali immagini di attesa.

Vasco Bendini


 
Pecciolipersempliceunito.jpgVolentieri segnaliamo la mostra "L'angelo sigillato" a cura di Rita Selvaggio al Museo di Icone Russe "F. Bigazzi" di Peccioli (PI) dal 4 ottobre al 16 novembre dove due opere di Vasco Bendini sono presentate insieme a quelle di Maurizio Anzeri, Hans Arp, Luciano Bartolini, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, William Cobbing, Marie Cool e Fabio Balducci, Enrico David, Lucio Fontana, Thomas Grünfeld, Piero Manzoni, Igor Muroni, Paola Pivi, Antonio Rovaldi, Gian Domenico Sozzi, Ettore Spalletti, Philip Wiegard.

catalogo in vendita nella sezione shop


 

 
 
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